Uno dei motivi principali per cui partiamo è, senza dubbio, la ricerca di forti emozioni da condividere e portare con se come bagaglio di esperienze. Qualcuno decide di acquistare oggetti legati al posto in cui sono stati, alcuni di tatuarsi un particolare che ha rappresentato i mesi della stagione conclusa, altri invece arrivano alla conclusione che, l’unico modo per trattenere l’emozione è proprio la fotografia.
Sappiamo molto bene che in animazione, durante la stagione, è difficile avere tempo per rilassarsi e dedicarsi a questa “ricerca della bellezza”, ma ci sono alcuni momenti, ad esempio durante il day off, in cui ci si può sbizzarrire tra scatti e filmati di pazzia.
Ecco qua di seguito alcune regole che possono aiutare nella riuscita dei nostri scatti:
1) Come prima regola direi che è importante sapere che fotografare tutto quello che ci capita davanti è un inutile dispendio di energie. Piuttosto, sperimentate diverse inquadrature anche dello stesso soggetto, diverse angolazioni. Bisogna imparare ad essere mobili di fronte a quello che abbiamo deciso di fotografare, che sia una persona , un paesaggio o altro.
2) Se non vogliamo impegnarci troppo nella ricerca di dati utili prima della partenza, possiamo farlo direttamente sul luogo, leggendo giornali locali dove possiamo trovare informazioni difficilmente reperibili altrove. Lo svolgimento di un festival, di una manifestazione pacifica, di un rituale locale, uno spettacolo musicale ecc..sono tutti momenti magnifici da immortalare.
3) Parola d’ordine: empatia. Socializzare con luoghi e persone non essendo mai invadenti. Mimetizzarsi con l’ambiente circostante, entrare in relazione con le persone, i paesaggi, la cultura, le tradizioni. Assorbirne i tempi, lasciando che le situazioni si svolgano senza interferire. Solo spettatori attenti ai soggetti, alla luce, allo sfondo, alle prospettive.
4) Non scattare troppo. L’avvento del digitale ha portato ad una radicale trasformazione del modo di acquisire immagini. Pensare la fotografia che vogliamo, decidere le modalità dello strumento; scattare all’impazzata può contribuire alla riuscita di una buona immagine, ma non dà poi troppa soddisfazione. Possiamo tornare più volte nello stesso luogo, avendone il tempo, finchè non siamo soddisfatti del risultato. Pur usando un IPhone, una compattina o una fotocamera in modalità automatica possiamo evitare di scattare fotografie che non siano ben riuscite. Senza contare il fatto che al nostro rientro avremmo migliaia di immagini da selezionare, ordinare, elaborare, cestinare…
5) Lo stesso panorama cambia a seconda dell’ora della giornata, del clima, della luce a disposizione. Lo stesso luogo visto al tramonto o alle due di pomeriggio può rappresentare situazioni diverse. Trattandosi di una rappresentazione personale, in fotografia, non è possibile essere imparziali, decidiamo quindi quale taglio dare alla “storia” che stiamo raccontando. Un viaggio “on the road” fatto di incontri, un’esperienza in solitaria, un incontro con la spiritualità di un luogo, con il selvaggio, e via dicendo all’infinito.
6) Cogliere l’attimo. Essere pronti a percepire quello che sta avvenendo nel momento in cui sta avvenendo. Imparare a riconoscere cosa merita di essere fotografato, cogliere le sfumature di un accaduto che può sembrare banale, i piccoli particolari che fanno la differenza. Un clic al momento giusto può farci scattare la fotografia del secolo!
7) Evitare le immagini stereotipate. Nell’immaginario collettivo turistico esiste la credenza che fotografare monumenti o simboli ad alto contenuto di “turisticità” sia l’unico modo per rappresentare i luoghi che abbiamo visitato. Una delle differenze tra turista e viaggiatore sta anche nella capacità di trovare modi alternativi per rapportarsi, in questo caso fotograficamente, ai luoghi del turismo di massa. Esploriamo il territorio, tentiamo strade diverse da quelle consigliate, perdiamoci anche un pò, se necessario!
8) Fare fotografie non deve essere una forma di lavoro. Non diventiamo schiavi dell’immagine catturata, non dimentichiamo che siamo in stagione e che dobbiamo godere totalmente di quello che stiamo vivendo e vedendo senza necessariamente trasformare un supporto della memoria, quale è la fotografia, nella ragione stessa del nostro partire. Lasciamo liberi gli occhi, fuori dalla quadrettatura del mirino. Ogni tanto posiamo la macchina e stiamo semplicemente in ascolto: qualcosa di speciale è sempre lì ad aspettarci!